29 luglio: per quest’anno, l’umanità ha già esaurito le risorse della Terra


Stiamo sfruttando le risorse della Terra come se avessimo a disposizione 1,75 pianeti

Nel 2018, il Earth Overshoot Day è caduto il 1° agosto; nel 2019,  l’umanità ha terminato il quantitativo di risorse naturali che il nostro Pianeta ci ha messo a disposizione per quest’anno, già il 29 luglio. Questo dato, determinato dal metodo dell’Impronta Ecologica promosso dal Global Footprint Network (www.footprintnetwork.org), ci dice che l’umanità sta attualmente utilizzando le risorse della Terra come se disponesse di 1,75 pianeti.

In base all’Impronta Ecologica, nel 1970 il nostro consumo di risorse naturali era pari alla produzione sostenibile delle risorse sul pianeta: da allora si è andato erodendo fino a raggiungere, anno dopo anno, l’attuale 29 luglio, la data più anticipata mai registrata.

Si tratta di un sovra-sfruttamento reso possibile perché si continua a consumare il  capitale naturale disponibile come se fosse inesauribile. La ricchezza del capitale naturale costituisce la base del benessere e dello sviluppo dell’uomo. Non imboccare la strada dello sviluppo sostenibile (come indicato dall’Agenda 2030 approvata nel 2015 da tutti i paesi del mondo in sede Nazioni Unite e da tutte le grandi convenzioni internazionali), costituisce un serio pericolo per l’immediato futuro del pianeta.

I “risultati” del nostro sovra sfruttamento sono visibile nella continua deforestazione, nell’erosione del suolo, nella perdita della biodiversità, nell’accumulo di gas che alterano il clima.

In questi giorni le Nazioni Unite hanno presentato il 26° World Population Prospects 2019, il  rapporto che include le stime della popolazione mondiale dal 1950 ad oggi, con le proiezioni sino al 2100, anno per il quale si prevede una popolazione di circa 11 miliardi di abitanti (per l’esattezza 10 miliardi e 875 milioni).

Le nuove proiezioni del Prospects 2019 indicano che la popolazione mondiale continua a crescere anche se i tassi di crescita sono molto diversi a secondo dei Paesi e delle aree geografiche.
Nove paesi costituiranno più della metà della popolazione globale prevista da qui al 2050: India, Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, la Repubblica Unita di Tanzania, Indonesia, Egitto e Stati Uniti d’America. Per fare un esempio, l’Africa subsahariana passerà dagli attuali 1 miliardo e 66 milioni a 2 miliardi e 118 milioni nel 2050. Questo significa che sono necessarie tempestive politiche sociali ed economiche.

L’intervento umano ha trasformato significativamente il 75% della superficie delle terre emerse, ha provocato impatti cumulativi per il 66% delle aree oceaniche ed ha distrutto l’85% delle zone umide.  Questo sconcertante tasso di cambiamento globale della struttura e delle dinamiche degli ecosistemi della Terra, dovuto all’azione dell’uomo, ha avuto luogo in particolare negli ultimi 50 e non ha precedenti nella storia. Le cause principali sono, nell’ordine, la modificazione dei terreni e dei mari, l’utilizzo diretto delle specie viventi, il cambiamento climatico, l’inquinamento e la diffusione delle specie aliene.

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