Sono le 16:17:50 (le 22:17:50 in Italia) di domenica 20 luglio, quando il modulo Eagle atterra sulla superficie lunare, in un luogo chiamato “Mare della tranquillità”. Un evento epocale, seguito in tutto il mondo da 900 milioni di persone incollate alla tv; 30 milioni sono quelle in Italia.
Di lì a poco la storia dell’umanità sarebbe stata segnata in modo indelebile.
La grande avventura spaziale dell’Apollo 11, con gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, iniziata qualche giorno prima (il 16 luglio), sta per toccare il punto più alto: un uomo, il primo uomo, calpesterà sul suolo lunare.
Fino a quel momento tutto era stato solo sogno e fantasia: di bambini affamati di futuro e di scrittori abili ad imbastire storie in grado di alimentare i sogni dei più piccoli.
Alle 22.56 (in Italia le 4.56 del 21 luglio) Neil Armstrong, comandante della missione, inizia la discesa: pochi, lenti passi, scanditi da una frase che rimarrà nei libri di storia: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”.
La discesa di Armstrong è seguita da quella di Edwin “Buzz” Aldrin, mentre Michael Collins, rimane ad orbitare intorno al satellite, nel modulo di comando; a lui il compito di recuperare i due astronauti di ritorno dalla passeggiata lunare. Nell’attesa, durata oltre 21 ore, Collins compie varie orbite, passando più volte sul “lato oscuro della luna”, motivo per cui non può comunicare né con la terra né con i suoi compagni.
In seguito verrà definito “l’uomo più solo di sempre” ma Collins, di quelle ore, preferisce ricordare l’immagine che ha del nostro pianeta:

Quando ho guardato la Terra da così lontano, così piccola da poterla coprire con la punta di un dito, luminosa, azzurra per l’oceano, bianca per le nubi, in mezzo a tutto il nero dell’universo, la prima parola che è balzata alla mia mente è stata “Fragile”. Ho pensato nitidamente: “Come è piccolo e fragile il nostro pianeta”. E oggi a distanza di 50 anni da quel giorno penso che non abbiamo ancora capito quanto.

Michael Collins

La passeggiata sulla luna dura poco più di tre ore durante le quali  Armstrong e Aldrin raccolgono campioni di rocce lunari, piantano la bandiera degli Stati Uniti e scattano fotografie memorabili.

In occasione dei 50 anni dallo sbarco sulla luna, la Nasa ha messo a disposizione il filmato “in tempo reale” dell’avvenimento, durante il quale è possibile rivivere la straordinaria avventura della prima passeggiata lunare nella storia dell’umanità.

Previous A Sommarøy, niente orologi né orari
Next L’enigmistica aiuta a mantenere giovane il cervello